Tradizione, visione e resistenza in un’isola che continua a plasmare il futuro
C’è un modo di camminare tra le calli di Murano che non ha fretta. Uno sguardo che non cerca la prossima attrazione, ma che si lascia guidare dal silenzio dei canali, dal rumore secco di un remo in acqua, dalla luce che rimbalza sulle vetrate dei laboratori. È un tempo diverso, quello di Murano. Un tempo a fuoco lento, come il vetro che qui si lavora da secoli: vivo, cangiante, indomabile.
Una tradizione che guarda al futuro
Murano si svela non come una cartolina, ma come una bottega d’arte viva, dove la bellezza si crea ogni giorno con mani esperte e uno sguardo rivolto al futuro. Murano non è solo l’isola del vetro. È un luogo dove la tradizione si trasmette come una lingua madre, dove la materia si plasma tra tecnica e fantasia, dove ogni oggetto racconta una storia che affonda le sue radici nel Medioevo. Nel 1291, la Serenissima decise di trasferire qui tutte le fornaci di Venezia, per motivi di sicurezza — troppo alto il rischio di incendi in città — e fu così che Murano divenne la capitale dell’arte vetraria europea.
L’eredità delle fornaci
Oggi, a distanza di oltre sette secoli, le fornaci sono meno numerose, ma chi resiste lo fa con orgoglio e maestria, reinventando il vetro in forme nuove e sorprendenti. Il vetro di Murano non è solo quello dei grandi lampadari barocchi o dei vasi esposti nelle hall degli hotel. È anche ironia, sperimentazione, visione contemporanea. Basta entrare in uno degli atelier ancora attivi sull’isola per rendersene conto. Passeggiare per Murano significa entrare in una dimensione sospesa, dove ogni scorcio è abitato da una storia. I canali riflettono i colori intensi delle case, il tempo scorre lento e denso come la pasta vitrea che i maestri girano alla punta delle canne. C’è qualcosa di profondamente umano in questa lavorazione: la fragilità e la forza del vetro ricordano da vicino la materia stessa della vita.
Un presente vivo e brillante
Per chi cerca un’esperienza diversa dal solito itinerario veneziano, Murano è un invito a scoprire l’autenticità. Non una nostalgia del passato, ma un presente che continua a brillare di luce propria. Oggi Murano è un luogo dove lo sguardo è libero di muoversi curioso, aperto, cogliendo bellezza nelle fornaci e nei laboratori in cui si sperimentano nuove forme del “fare vetro”, intrecciando l’arte, il design e anche l’etica ambientale. Murano è un’isola che resiste e si reinventa, attirando brand visionari e artisti. Tra questi, tre presenze raccontano bene la direzione che Murano sta percorrendo: Laguna~B, Judi Harvest e Aventurina Design.
Laguna~B: tra gioco, design e sostenibilità
Tutti a Venezia usano l’espressione goto e anche chi è di passaggio è probabile che si imbatta in questo termine, ma pochi conoscono la sua origine. I goti erano i bicchieri che venivano tradizionalmente realizzati mescolando in modo casuale frammenti di vetro, senza badare all’estetica. Servivano ai maestri vetrai per bere durante il lavoro, e non erano pensati per uscire dalla fornace. Nel 1994 Marie Brandolini, pioniera parigina del design in vetro, decise di reinterpretare questi bicchieri dando vita alla collezione Goto, che combinava le tecniche tradizionali muranesi con un approccio estetico innovativo e pop.
Nel 2016, il figlio di Marie, Marcantonio Brandolini, ha assunto la direzione artistica di LagunaB. Oggi, l’identità del brand si fonda su autenticità, diversità, creatività e impegno verso l’ambiente. Continuando a collaborare con i maestri vetrai di Murano, Marcantonio ha creato nuove collezioni, sempre libere e giocose, come quelle della madre. Nel 2023, LagunaB ha aperto Spazio, il suo primo store a Venezia, e l’impegno ambientale ha preso forma con VITAL, un progetto di restauro ecologico ideato con We Are Here Venice per compensare localmente le emissioni dell’azienda.
Aventurina Design: la bellezza della memoria
Senza dubbio una delle esperienze più originali in grado di rinnovare il legame con l’antico savoir-faire muranese è oggi Aventurina Design. Questo brand è stato fondato dalla designer francese Silvia Finiels. Le sue lampade nascono dalla riscoperta di elementi in vetro soffiato degli anni ’50, ’60 e ’70, firmati dalle più prestigiose vetrerie dell’isola – da Venini a Barovier & Toso, da Salviati a Cenedese – recuperati, rielaborati e trasformati in sculture luminose dal design attuale.
Ogni pezzo è unico, frutto di una raffinata progettazione e di un dialogo costante con gli artigiani muranesi, in particolare i molatori, che con estrema precisione forano, lucidano e reinterpretano la materia. Non si tratta solo di oggetti d’arredo, ma di autentiche opere d’arte che fondono memoria, eleganza e sostenibilità. Come Finiels stessa ha sottolineato in occasione della sua mostra al Museo del Vetro, il vetro è una materia che insegna a guardare meglio: attraverso di essa, il passato non è nostalgia, ma linfa per la creazione di un linguaggio nuovo, inconfondibile e contemporaneo.
Honey Garden: l’opera d’arte che nutre l’isola
Poco lontano dal centro, a Sacca Serenella, un piccolo giardino profuma di lavanda, rosmarino e timo. Lo proteggono muri in calce e una cancellata discreta. È l’Honey Garden di Judi Harvest, artista newyorkese che da oltre vent’anni lavora a Venezia e che qui ha piantato — letteralmente — un’opera d’arte vivente. Il progetto nasce da un’intuizione: in un luogo dominato dal fuoco, serve un controcanto vegetale, fertile, dolce. Così, tra le fornaci, Harvest ha creato un giardino per le api, simbolo di cura, interconnessione, sopravvivenza. Le sue sculture in vetro, ispirate agli alveari e ai favi, si fondono con la vegetazione, mentre vere arnie producono miele muranese, raro e prezioso. Honey Garden non è solo un luogo poetico. È una dichiarazione d’intenti. Un gesto di resistenza contro l’abbandono, l’omologazione, l’oblio. E anche un invito a ripensare il nostro rapporto con la laguna, con la terra, con l’arte. In una parola: con il tempo.
Uno spazio per immaginare
Non è un caso che oggi, mentre si riscoprono modelli di vita più lenti e consapevoli, Murano torni al centro dell’attenzione anche per chi investe nel patrimonio culturale e ambientale. Murano oggi è una promessa. Fragile, come ogni cosa viva. Ma anche piena di forza, come il vetro quando viene soffiato da mani esperte.
Camminare per l’isola significa attraversare il confine tra ciò che è stato e ciò che potrebbe ancora essere: una comunità creativa, un presidio culturale, un ecosistema da rigenerare, in controluce, ma già visibile.
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